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Sometimes, recalling a professional experience has not only an informative purpose but presents at the same time, as it is in this case, a romantic and avant-garde aspect.
The passion for the history of engineering and for the Great Designers of reinforced concrete structures active in the post-war period has allowed to identify the features of Professor Riccardo Morandi designs in the “Bridge over Pasquarella ditch” located in Umbria Region, promoting a virtuous process that saved the bridge from invasive interventions which would have changed the identity of the structure.
The present paper showcases the story of the “structural restoration” of the bridge, which began by identifying the paternity of the design, later confirmed by the retrieval of some original plans and written correspondence between the designer and the construction company at the “Archivio Centrale dello Stato”. The “structural restoration” continued by performing a dedicated structural investigation campaign aimed at designing an improved version of the original retrofitting intervention which is nowadays almost completely realized.
Moreover, some insights on conservative restoration of reinforced concrete structures are provided, addressing the issue of the link between costs and architectural result and highlighting that not always a better aesthetic result means higher costs.
The followed procedure can be regarded as a “pilot project” for the restoration of “special bridges”. First of all, in fact, these bridges should be fully studied and respected in order to define more appropriate retrofitting interventions.
Raccontare un’esperienza lavorativa non ha il solo scopo divulgativo, ma talvolta, come in questo caso, presenta un risvolto contemporaneamente romantico e avanguardistico.
La passione per la storia dell’ingegneria e per i Grandi Progettisti del calcestruzzo armato del dopoguerra ha permesso di individuare i tratti del prof. Riccardo Morandi nel “Ponte sul fosso Pasquarella” in Umbria e di innescare un processo virtuoso che ha salvato l’opera stessa da interventi piuttosto invasivi e che ne avrebbero snaturato l’identità.
Il presente articolo illustra nel dettaglio la storia del “restauro strutturale” del ponte, iniziata con il riconoscimento visivo della paternità dell’opera, poi confermata con il reperimento presso l’Archivio Centrale dello Stato del progetto originale e del carteggio progettista-impresa, e proseguita con l’esecuzione di una specifica campagna di indagini strutturali volta alla progettazione della variante migliorativa del progetto iniziale, la cui esecuzione è attualmente quasi terminata.
Vengono, inoltre, forniti alcuni spunti inerenti alle lavorazioni di risanamento conservativo di strutture in calcestruzzo armato, affrontando la tematica del rapporto tra costi e resa estetica, evidenziando come non necessariamente questo accostamento rappresenti un ossimoro.
Questo percorso può essere individuato come progetto “pilota” per il risanamento dei “ponti speciali”, che devono essere prima di tutto compresi e rispettati per poterne poi definire gli interventi di risanamento strutturale più appropriati.