L’area maggiormente colpita dai due eventi sismici del maggio 2012 è stata la porzione settentrionale della Pianura Padana emiliana compresa tra le province di Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna. Ma le scosse sono avvertite nettamente in gran parte dell’Italia del nord e causano danni anche in Lombardia e Veneto. Il ‘cratere’, la zona intorno agli epicentri ingloba 33 comuni: 7 in provincia di Reggio Emilia, 14 in provincia di Modena, 5 in quella di Bologna, 7 in provincia di Ferrara.
Nell’area del cratere – come si evince dal Rapporto Congiunturale delle costruzioni redatto dall’Ance Emilia Romagna - si produce circa il 2% del Pil nazionale. L’area infatti produce 19,6 miliardi di euro di ricchezza nel 2011 e genera 12,2 miliardi di euro di esportazioni. Per quanto riguarda le prospettive di sviluppo economico, la stima condotta a partire dalle valutazioni sulle imprese colpite, sui tempi di fermo produzione e sulla dimensione economica dell’area porta a valutare il valore aggiunto perso a causa del sisma in 3,1 miliardi di euro. Le aziende coinvolte sono diverse migliaia per un valore complessivo del danno stimato di 2,7 miliardi di euro. I due comparti più colpiti sono il biomedicale e il tessile-abbigliamento. Per quanto riguarda le aziende agricole e zootecniche potenzialmente interessate dal sisma, sono quasi 14mila (pari al 18,7% del totale regionale), per una superficie agricola utilizzabile di oltre 200mila ettari, di cui 1.233 aziende con allevamenti. I danni stimati per il settore agricolo e quello agro-industriale ammontano a 2,4 miliardi di euro circa.
I maggiori danni alle abitazioni, ai beni pubblici e culturali, ai beni artistici, alle attività produttive e conseguentemente al mercato del lavoro si sono riscontrati nelle aree dei due epicentri del 20 e 29 maggio è, in particolare: nella provincia di Modena nei comuni di Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Mirandola, Novi di Modena, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Medolla, Camposanto, San Prospero, San Possidonio; nel ferrarese a Sant’Agostino, Mirabello, Bondeno, Cento, Poggio Renatico e Vigarano Mainarda; nel bolognese a Crevalcore e Pieve di Cento e nel reggiano a Reggiolo.

 
            Fonte Regione Emilia Romagna  
 
In particolare per quanto riguarda il bene Casa, quasi 39mila edifici sono stati controllati, e dagli esiti di verifica dell’agibilità emerge che, per quanto attiene gli oltre 25mila edifici a uso abitativo, il 18% è risultato temporaneamente o parzialmente inagibile, il 36% inagibile e il 5% inagibile per rischio esterno. Complessivamente gli edifici inagibili sono circa 14mila. Per quanto attiene le unità abitative, facenti parte di edifici a uso residenziale esclusivo o non esclusivo, quelle dichiarate inagibili sono 33.000, 18.250 con danni B e C e poco meno di 15mila con danni E.

EDIFICI temporaneamente inagibili B  EDIFICI parzialmente inagibili C EDIFICI totalmente inagibili E   totale EDIFICI inagibili
 4.714 1.338 7.930 13.982
UNITÀ ABITATIVE temporaneamente inagibili B UNITÀ ABITATIVE parzialmente inagibili C UNITÀ ABITATIVE totalmente inagibili E totale UNITÀ ABITATIVE inagibili
14.770 3.484 14.751 33.012
Fonte: Regione Emilia Romagna
 
Ingentissimi anche i danni che hanno riportato le sedi municipali (39 in totale), uffici comunali e provinciali, sedi delle forze dell’ordine, aziende pubbliche, edifici a uso pubblico in generale, beni demaniali, aree cimiteriali, impianti sportivi e ricreativi, e così via.

LE RISORSE PER LA RICOSTRUZIONE
I finanziamenti pubblici si possono suddividere in tre grandi blocchi: il fondo dei Commissari delegati, nel quale confluiscono 2,5 miliardi del bilancio dello Stato e 670 milioni di solidarietà dell’Unione europea (549 milioni per l’Emilia-Romagna); 6 miliardi della Cassa Depositi e Prestiti per i contributi a fondo perduto alle famiglie e alle imprese; altri 6 miliardi di prestiti della Cassa per il pagamento delle imposte, dei contributi e dei premi assicurativi, con interessi a carico dello Stato e restituzione del capitale a carico dei beneficiari. A tali fondi si sommano le donazioni e i contributi di solidarietà delle altre Regioni sui fondi europei (255 milioni di euro circa da Psr, Fas, Por Fesr, Por Fse). E ancora specifici canali di finanziamento come quelli per la ricerca (50 milioni), per la sicurezza degli edifici produttivi (72,8 milioni fondi Inail), 125 milioni per il credito agevolato e 1,5 milioni per i rifiuti, infine per gli ammortizzatori sociali (costo stimato in 67 milioni di euro) e per iniziative di sostegno al reddito a favore di precari e lavoratori autonomi (70 milioni).
A questi vanno aggiunti vari stanziamenti provenienti dalla Regione Emilia-Romagna, come i 47 milioni dall’assestamento di Bilancio 2012, la rimodulazione Por Fesr Emilia-Romagna per le imprese (10 milioni) e le donazioni per la ricostruzione che ammontano a 54,36 milioni di euro.
In particolare i fondi a disposizione sono stati suddivisi come segue:
> Ripristino edilizia residenziale pubblica (68 milioni €)
> Programma operativo casa
➢ interventi su edifici residenziali danneggiati (2,4 miliardi € tot)
• Edifici schede Aedes B,C 700 milioni €
• Edifici schede Aedes E0 800 milioni €
• Edifici schede Aedes E1, E2, E3 900 milioni €
➢ contributo autonoma sistemazione (CAS) e assegnazione alloggi in locazione (80,2 + 55 milioni €)
> Programma edifici industriali (3,2 miliardi €)
> Bando INAIL - messa in sicurezza edifici industriali (67,2 milioni €)
> Programma operativo municipi (50 ,5 milioni €)
> Programma operativo scuole (242,45 milioni €)
> Programma operativo edifici religiosi (16 milioni €)
> Piano regionale per la realizzazione di opere pubbliche post-sisma (1,5 miliardi €)

LE OPERE DI PRONTO INTERVENTO E LA RIMOZIONE DELLE MACERIE
Complessivamente, dalla data del sisma sono stati predisposti 1.393 interventi, per un finanziamento complessivo di 155 milioni di euro. Gli interventi urgenti riguardano beni culturali e pubblici, cimiteri, opere idrauliche, le scuole, le strutture socio-sanitarie, la viabilità, gli impianti sportivi. A oggi, inoltre, è in corso di avvio un programma per il ripristino delle aree e delle strutture impiegate nell’emergenza per l’accoglienza della popolazione o come centri di coordinamento.
Al fine di garantire la rimozione in tempi rapidi delle macerie derivanti dai crolli degli edifici e quelle derivanti dalle attività di demolizione e abbattimento di strutture pericolanti, la Regione ha sviluppato una prima disciplina di emergenza per la gestione delle attività di rimozione, con una copertura della spesa che si stima ammonti complessivamente in circa 22,3 milioni di euro. A oggi le macerie rimosse ammontano a circa 359mila tonnellate. Relativamente ai cantieri (edifici da abbattere-rimuovere), aperti e rimossi (chiusi), ce ne sono finora un totale di 1.313, di cui 1.059 già chiusi. I cantieri individuati potrebbero crescere ancora di numero man mano che vengono adottate nuove ordinanze dei sindaci. Complessivamente sono stati predisposti 23 programmi di intervento per un finanziamento di 15 milioni di euro e per un ammontare di macerie da rimuovere stimato in oltre 430mila tonnellate.

LA RICOSTRUZIONE
La casa
La prima misura messa in campo per sostenere le persone colpite dal sisma nel trovare sistemazioni alternative è stato il Contributo di autonoma sistemazione (Cas), gestito dal Dipartimento della Protezione civile fino alla fine di luglio 2012 e passato alla gestione del Commissario delegato per la ricostruzione della Regione Emilia-Romagna dal 1 agosto. Nelle settimane immediatamente successive al sisma i nuclei familiari che hanno richiesto il Cas erano quasi 15mila. Negli ultimi mesi le famiglie che hanno beneficiato del Cas si sono ridotte a poco più di 10mila, anche grazie alla realizzazione dei ripristini delle abitazioni danneggiate e alla individuazione di sistemazioni alternative permanenti.
Un’ordinanza del Commissario per la ricostruzione ha previsto che i Comuni individuassero gli alloggi disponibili e formassero la graduatoria dei beneficiari del provvedimento e stipulassero con i proprietari e gli assegnatari degli alloggi appositi contratti (a tre) di affitto temporaneo, il cui canone è a carico del Fondo per la ricostruzione. È stata stabilita una durata massima del contratto di locazione di 18 mesi. Attualmente sono stipulati circa 540 contratti di locazione, la maggior parte nel modenese e nel ferrarese.
Un altro metodo è stato quello dell’utilizzo dei moduli prefabbricati abitativi (Pmar). Ne sono stati realizzati 760 in aree appositamente allestite in ambito urbano, mentre i Prefabbricati modulari rimovibili rurali (Pmrr), richiesti da agricoltori e aziende del settore, sono oltre 200. I moduli sono stati acquistati con una particolare formula che prevede la loro restituzione al termine del periodo a fronte di un corrispettivo.
Nel momento in cui è partita la ricostruzione degli immobili sia abitativi sia produttivi sono state definite le regole per la concessione dei contributi. Dapprima sono stati disciplinati quelli per le abitazioni che hanno subito danni classificati B o C e a seguire gli interventi più complessi per abitazioni che hanno subito danni classificati E.
Per quanto riguarda gli edifici (nei quali sono presenti anche unità ad uso commerciale, produttivo e servizi) il totale delle pratiche in corso è di 2.660, di cui ben 600 in pagamento. I contributi concessi sono oltre 40 milioni di euro e in pagamento sono quasi 11 milioni. Le unità abitative coinvolte nelle sole pratiche accettate sono circa 3.700 e 800 gli immobili a uso produttivo, commerciale e servizi.
È stata data attuazione al Programma per il ripristino, la riparazione e il potenziamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica attraverso apposite ordinanze che prevedono finanziamenti per il ripristino dei danni di edifici e alloggi classificati B, C, E, oltre che il rimborso dei costi sostenuti per i ripristini realizzati in somma urgenza nelle settimane successive agli eventi sismici. Si tratta di oltre 39 milioni di euro che il Commissario ha destinato a questa importante azione di ricomposizione, rafforzamento e potenziamento del patrimonio immobiliare pubblico.
Tra le misure messe in campo anche quella per l’acquisto di nuovi alloggi da destinare a edilizia residenziale pubblica. Con apposito avviso pubblico sono stati individuati i soggetti (hanno avanzato proposte un centinaio di costruttori e di privati) interessati alla vendita di edifici e alloggi agibili a uso abitativo nelle zone colpite dagli eventi sismici, immediatamente disponibili o in corso di sistemazione. I fondi disponibili, dal bilancio regionale, ammontano a 25 milioni di euro in una questa prima fase e sono stati ripartiti tra 17 Comuni.
Complessivamente per il ripristino dell’edilizia pubblica sono stati destinati oltre 68 milioni di euro.

 
 Fonte: Regione Emilia Romagna

Municipi e scuole

Con apposite ordinanze, sono stati definiti il “Programma operativo municipi”, la localizzazione delle aree e l’approvazione degli atti di gara. La spesa programmata è stata di 50,5 milioni di euro per la realizzazione dei seguenti interventi:
- contributi per soluzioni alternative temporanee per affitti, traslochi, acquisto arredi per 2 milioni di euro;
- riparazione immediata per quelli che hanno esito di agibilità B o C per 10 milioni di euro;
- realizzazione di Edifici municipali temporanei (Emt) per nove comuni (costo 32,5 milioni di euro) e Prefab¬bricati modulari municipali (costo 735mila euro) per altri tre Comuni, a seconda del tempo previsto per la riparazione dei municipi;
- contributi per l’esecuzione di opere di urbanizzazione, esterne e interne alle aree localizzate, necessarie ad assicurare il funzionamento degli edifici municipali temporanei e i prefabbricati modulari, nonché per l’esecuzione di opere di demolizione di fabbricati esistenti e di opere fondazionali necessarie alla costruzione di strutture pubbliche per 5,3 milioni euro.
Attraverso diverse ordinanze commissariali sono state individuate le risorse necessarie (circa 230 milioni di euro) per attuare il Programma operativo per le scuole, così da consentire il regolare inizio dell’anno scolastico. A oggi:
- sono stati erogati contributi ai Comuni, alle Province e alle scuole paritarie che hanno presentato circa 320 progetti per realizzare degli interventi di riparazione, con rafforzamento locale, per gli edifici scolastici con danni lievi;
- la costruzione di Edifici scolastici temporanei (28 Est), in sostituzione delle scuole che non possono essere riparate e riattivate per l’anno scolastico 2013-14, per 61 milioni di euro, localizzati nella maggior parte dei comuni del cratere;
- l’acquisizione in locazione, montaggio e smontaggio di Prefabbricati modulari scolastici (30 Pms), comprese le sistemazioni e le urbanizzazioni delle aree, per quelle scuole che verranno riparate, con miglioramento sismico, per l’anno scolastico 2013-2014, per 25,5 milioni di euro;
- la costruzione di palestre temporanee per 33 milioni di euro; è stata avviata, inoltre, un’ulteriore azione di sviluppo della rete scolastica anche attraverso la costruzione di nuovi edifici in sedi diverse che prevede uno stanziamento di circa 10 milioni di euro.
Fonte: Regione Emilia Romagna

In merito alle domande di contribuzione per la ricostruzione presentate attraverso l’utilizzo del MUDE e altri dati generali riguardanti l’emergenza sisma aggiornati al 21 giugno:

domande in lavorazione dai professionisti  1415
domande in lavorazione dai comuni  936
domande protocollate dai comuni 1632
unità abitative coinvolte nelle pratiche accettate 4784
unità con destinazione d'uso "B-Produttivo" coinvolte nelle pratiche accettate 115
unità con destinazione d'uso "C-Commercio" coinvolte nelle pratiche accettate 443
unità con destinazione d'uso "D-Uffici" coinvolte nelle pratiche accettate 221
unità con destinazione d'uso "F-Deposito" coinvolte nelle pratiche accettate 230
contributi concessi € 72.42M
contributi in pagamento € 20.157.474


FONTE _ ANCE Emilia Romagna. Centro Studi ANCE

Sisma Emilia Romagna

I numeri della ricostruzione